L’obesità minaccia il cervello: perdere peso potrebbe rallentare il declino cognitivo nelle persone con Alzheimer”. Questo è il risultato di uno studio condotto da ricercatori del Montreal Neurological Institute Hospital, che ha rilevato una correlazione tra la neurodegenerazione nelle persone obese e i pazienti con malattia di Alzheimer. L’obesità è stata identificata come un fattore di rischio significativo per la demenza, con un impatto neurologico simile alla malattia di Alzheimer. I ricercatori hanno anche scoperto che l’assottigliamento corticale della materia grigia, segno di neurodegenerazione, è presente sia nell’obesità che nell’Alzheimer.
Pertanto, perdere peso potrebbe non solo migliorare la salute generale, ma anche rallentare il declino cognitivo nelle persone con Alzheimer. L’obesità deve essere considerata come una malattia multisistemica, con conseguenze che vanno oltre l’aumento di peso, e la perdita di peso deve essere considerata un passo importante nella prevenzione della demenza.
Quali sono le comorbilità associate all’obesità?
- Risposta: L’obesità è associata a numerose comorbilità, tra cui diabete, malattie cardiovascolari, problemi scheletrici e neurodegenerazione.
Come l’obesità influisce sul cervello?
- Risposta: L’obesità influisce sulle funzioni cognitive e può causare cambiamenti neuronali come l’accumulo della proteina beta-amiloide o la formazione di danni cerebrali generalmente associati alla malattia di Alzheimer.
Cosa ha scoperto lo studio condotto dal Montreal Neurological Institute Hospital?
- Risposta: Lo studio ha trovato una correlazione tra la neurodegenerazione nelle persone obese e i pazienti con malattia di Alzheimer, suggerendo che perdere peso in eccesso potrebbe rallentare il declino cognitivo nelle persone con Alzheimer.
Come gli scienziati hanno condotto lo studio?
- Risposta: Gli scienziati hanno elaborato delle mappe di atrofia della materia grigia per ogni tipologia di paziente: normopeso, sovrappeso, affetto da Alzheimer, obeso o perfettamente sano, e hanno quindi confrontato i pazienti con Alzheimer con persone sane e gli obesi con persone non obese.
Quali sono le implicazioni dei risultati dello studio?
- Risposta: I risultati suggeriscono che l’obesità deve essere percepita come malattia multisistemica, capace di compromettere il sistema respiratorio, gastrointestinale e cardiovascolare, e che l’obesità può avere un ruolo nello sviluppo dell’Alzheimer e della demenza.
Cosa si può fare per rallentare o invertire la tendenza alla demenza nelle fasi precoci della malattia di Alzheimer?
- Risposta: Si può migliorare gli stili di vita, come ad esempio perdere peso in condizioni di sovrappeso o obesità, per rallentare l’evoluzione della malattia.
Quali sono le evidenze precedenti che hanno indicato l’obesità come fattore di rischio di demenza?
- Risposta: Un Report di The Lancet del 2020 ha indicato l’obesità come fattore di rischio di Alzheimer, in particolare se associato al diabete, uno studio del 2019 di ricercatori della Corea del Sud ha evidenziato che i cambiamenti di indice di massa corporea in età avanzata rappresentano un fattore di rischio per la comparsa di demenza e uno studio pubblicato su Jama ha evidenziato che è proprio l’obesità il primo fattore di rischio nello sviluppo di demenza.